Packaging alimentare, la rivoluzione Foodtech parte dai materiali

Packaging alimentare, la rivoluzione Foodtech parte dai materiali

L’obiettivo è arrivare a un packaging alimentare altamente personalizzato e personalizzabile, che porterà a un maggiore coinvolgimento dei consumatori, una rinnovata consapevolezza del prodotto con l’aggiunta dell’elemento esperienziale

Nell’industria alimentare il segmento dell’imballaggio resiste: il made in Italy ha successo anche all’estero. Materiali fortemente innovativi per un packaging sempre più ecocompatibile e ricerca di nuove soluzioni nei macchinari apportano slancio alla rivoluzione Foodtech.

Il Foodtech nel panorama italiano

Nel FoodTech, l’incontro tra l’innovazione tecnologica e la tradizione agroalimentaria, si è visto un fiorire di innovazioni trasversali capaci di unire ambiti anche molto diversi fra loro, come ad esempio lo studio di modelli di machine learning, l’aerodinamica e la topografia per istruire una flotta di droni ad analizzare e trattare un campo coltivato.

L’Italia, motivata al mantenimento del suo status di patria per eccellenza della cultura alimentare, si sta organizzando per divenire il portabandiera di questo movimento socioeconomico. 

La già citata Talent Garden ha dedicato proprio al Foodtech un campus a Milano, aperto nel 2019 in zona Isola e che ospita attualmente oltre 150 membri tra startup, agenzie, freelancer, corporate e investor, mentre a Roma ha aperto “Startupbootcamp FoodTech Rome”, acceleratore d’impresa dedicato all’agroalimentare organizzato dall’azienda esperta di startup Startupbootcamp, la quale conta più di dieci incubatori sparsi in tutto il mondo. 

A Milano troviamo anche il percorso del “FoodTech Accelerator” coordinato da Deloitte Officine Innovazione, in collaborazione con alcune realtà italiane tra cui Amadori, Cereal Docks, Birra Peroni e COPROB Italia Zuccheri, che ha presentato nel Febbraio scorso nove startup internazionali scelte tra più di 600 candidature.  

Non mancano anche programmi dedicati all’interno degli acceleratori già presenti nel territorio, come quello proposto da UniCredit.

L’innovazione nel packaging

La spinta fornita dal Foodtech al mercato alimentare ha riacceso l’interesse delle aziende già solide nel settore portandole a scommettere nuovamente sull’innovazione e sulla ricerca, così da non farsi lasciare indietro dalle neonate imprese. 

I primi cambiamenti visibili di questa rivoluzione sono stati inerenti all’ambito del packaging, elemento comune a tutte le fasi finali della catena di produzione ed essenziale per la conservazione del prodotto. 

Per il mercato interno e ancor più per l’export, la flessione riportata in questa difficile congiuntura dal segmento del packaging alimentare è stata molto più contenuta rispetto ad altri settori, grazie a diversi fattori: dallo sviluppo di tecnologie di ultima generazione (Industry 4.0), per lo svolgimento di attività strategiche, come l’installazione degli impianti da remoto e l’assistenza virtuale al cliente, all’introduzione di prodotti a basso impatto ambientale. Nel corso del 2020, infatti, gli imballaggi ecologici hanno acquisito interessanti quote di mercato, forti dell’interesse dimostrato negli ultimi anni sia dall’industria, sia dai consumatori. 

Confezioni sempre più green

Già oggi sono numerose le aziende che investono nella ricerca di nuovi materiali come le bioplastiche, a base di materiali sostenibili, come la cellulosa, l’amido, la fecola di patata, le alghe, i residui di lavorazione del latte, i rifiuti organici e così via. 

La sfida, per tutti gli operatori del settore, è produrre materiali resistenti, in grado di proteggere efficacemente l’alimento, facilmente stampabili, accattivanti per il consumatore. Tra le idee più interessanti presentate al riguardo troviamo “Ooho” la capsula per il contenimento di liquidi trasparente, biodegradabile e commestibile, realizzata con un polimero sintetico ricavato dalle alghe marine. 

Questo speciale involucro è stato sviluppato dalla startup britannica Skipping Rocks Lab, la quale ha saputo trovare una soluzione al problema delle bottiglie di plastica, ormai sempre più presenti nei nostri oceani, che fosse sia economicamente che ecologicamente sostenibile.  

Altre novità riguardano per esempio una nuova pellicola per alimenti fatta con un tessuto biodegradabile realizzato con prodotti biologici certificati. Questo nuovo materiale beeopak potrebbe sostituire la pellicola di plastica per alimenti e la carta stagnola. Può essere utilizzato per avvolgere quasi tutti gli alimenti come pane, formaggi, frutta e verdura e per coprire i contenitori. Si tratta di un materiale ricavato con ingredienti biologici certificati, come la cera d’api biologica e l’olio di nocciola tonda e gentile Igp. È un tessuto naturale, modellabile e adattabile, lavabile e riutilizzabile per circa un anno senza perdere le sue caratteristiche.

La lotta allo spreco alimentare

In un periodo in cui la responsabilità sociale dell’impresa è sempre più sentita da consumatori, mercati e finanza, tra le sfide che si trovano ad affrontare le aziende del settore non poteva mancare lo studio e la realizzazione di confezioni in grado di migliorare la qualità dei prodotti alimentari, prolungare la loro durata di conservazione e avere un impatto economico inferiore rispetto ai costi di smaltimento degli imballaggi tradizionali.

In questo ambito è stata sviluppata da Iuv – azienda italiana che sviluppa, produce e commercializza packaging innovativi, sostenibili e naturali – la soluzione chiamata Columbus’ Egg che si propone di abbattere le perdite e gli sprechi alimentari. Le pellicole sviluppate con questa tecnologia sono in grado di prevenire la comparsa di muffe, lieviti e batteri, di allungare la vita degli alimenti naturalmente. Sono applicabili per immersione e realizzate utilizzando componenti naturali, sostenibili e a basso costo, con la possibilità di inglobare prodotti funzionali al benessere del consumatore.

Anche Ixon, startup di Hong Kong incubata presso l’acceleratore di Deloitte Officine Innovazioni, si è mossa in questa direzione, sviluppando una tecnologia di confezionamento asettico capace di trasformare gli alimenti sottovuoto in prodotti stabili, senza la necessità di utilizzare il frigorifero, eliminando così il problema logistico della catena del freddo e della conservazione. 

Packaging connesso

Altro trend che guida il comparto è la digitalizzazione delle confezioni per essere sempre più vicino al consumatore. Come? Connettendo il packaging alla rete tramite un codice QR e altri indicatori grafici near field communication (NFC), identificazione a radio frequenza (RFID), Bluetooth e realtà aumentata (AR). Attraverso queste tecnologie sarà possibile infatti accedere a una quantità di dati e informazioni impensabili sul prodotto: ingredienti, tabelle nutrizionali, consigli per l’uso, ricette e curiosità, oltre a un ambiente virtuale dove il produttore e l’intera comunità di consumatori potranno incontrarsi, confrontarsi ed interagire. 

L’obiettivo è arrivare a un packaging alimentare altamente personalizzato e personalizzabile, che porterà a un maggiore coinvolgimento dei consumatori, una rinnovata consapevolezza del prodotto con l’aggiunta dell’elemento esperienziale, tutti fattori che portano con sé nuove sfide di marketing e nuovi potenziali sviluppi di mercato.

Nuove sfide per il settore

Il mercato contemporaneo richiede di far fronte, oltre che alla già menzionata esigenza di imballaggi 100% riciclabili, anche al bisogno del consumatore di fruire di prodotti senza aggiunta di additivi e conservanti chimici; ciò rappresenta una sfida per le aziende, poiché fa emergere la necessità di ristudiare le strategie per rendere i processi di lavorazione, e di conseguenza gli alimenti, più protetti da contaminazioni microbiologiche. 

Il conseguente irrigidimento delle norme igieniche, con l’aumento della frequenza dell’attività di pulizia e igienizzazione, ha fatto emergere un effetto collaterale imprevisto: la corrosione anticipata dei macchinari impiegati, nonostante i materiali che li costituiscono siano acciai inossidabili e allumini. Negli ultimi anni, infatti, si è visto un aumento degli studi riguardanti tale fenomeno del settore alimentare. 

Nuovi materiali contro la corrosione

Lo studio “AES and XPS investigations of thecleaning-agent-induced pitting corrosion of stainless steels used in the food-processing environment” di D. Steiner-Petrovic e D. Mandrino condotto sugli acciai inossidabili AISI 304 e AISI 430 usati nelle attrezzature a contatto con gli alimenti, ha rilevato la presenza di strati passivati gravemente danneggiati e non omogenei, indotti dall’ammoniaca contenuta nel detergente che reagisce con il cloro disperso nell’ambiente. 

Le analisi superficiali AES e XPS hanno dimostrato la presenza di Cl e N sulle superfici analizzate, soggette a frequenti pulizie approfondite, in cui il sale di ammonio dell’acido cloridrico, attraverso una reazione con l’acqua, aumenta la sua concentrazione di ioni cloruro nella soluzione, innalzando di molto il potere corrosivo dei detergenti. 

La distruzione localizzata dello strato passivante innesca il processo corrosivo denominato pitting, o vaiolatura a causa della sua distribuzione a puntini come la famosa malattia. 

L’attacco corrosivo è localizzato ma funge da innesco per l’azione della corrosione elettrochimica; le zone dove il film viene a mancare fungono da anodi (zona attiva) rispetto a quelle circostanti, che presentano uno strato di ossidi ancora integro, su cui invece ha luogo l’azione riducente (catodica). 

Anche lo studio “Microstructure investigation of premature corroded heat exchanger plates (Article)” di A.Wassilkowska, T. Skowronek, S. Rybicki, ha rilevato le stesse problematiche analizzando le piastre di uno scambiatore in acciaio 316L, corrose per pitting in appena cinque mesi di utilizzo. 

Entrambi gli articoli evidenziano la necessità di utilizzare leghe a più elevata resistenza alla corrosione in tutte quelle applicazioni per cui vi è la necessità di pulire frequentemente i componenti con detergenti a base di ammoniaca o in cui un guasto nel funzionamento della macchina possa causare uno sversamento di materiale organico; inoltre, raccomandano di ridurre il più possibile la rugosità superficiale poiché, altrimenti, le micro-asperità presenti potrebbero essere tali per cui un normale risciacquo con acqua dopo il trattamento di pulizia non sia sufficiente per rimuovere le piccole concentrazioni di sale di ammonio presenti in superficie. 

Il ruolo del fornitore di componenti

Un’attività complessa come la realizzazione delle macchine per il settore del packaging alimentare può trovare un valido supporto nei fornitori di componenti. 

È il caso di R+W (https://www.rw-italia.it/prodotti/), azienda leader nella produzione di giunti e alberi di trasmissione, in grado di mettere la sua esperienza a disposizione del progettista.

Il packaging, spesso considerato un aspetto minimale del prodotto, incide fino al 40% sul prezzo di vendita al dettaglio dell’oggetto, svolgendo un ruolo di primaria importanza dal punto di vista del marketing.

Questo si traduce in un continuo rinnovo dei formati, dei materiali impiegati nel confezionamento e nella costruzione di macchinari custom per fabbricarli. Macchine sempre più smart, come vuole l’economia 4.0, che richiedono componenti evoluti, intelligenti e capaci di comunicare tra loro per ottimizzare la produttività e salvaguardare la competitività sui mercati internazionali.

Nel settore della produzione o trasformazione alimentare, R+W Italia (https://www.rw-italia.it/prodotti/) serve anche marchi di primo piano nel segmento dei derivati del latte che anche grazie a questi prodotti seguono sia il ciclo produttivo sia il confezionamento; ma il segmento dell’industria alimentare dove la presenza di R+W è maggiore rimane il packaging, dove i componenti dell’azienda trovano utile impiego nei sistemi complessi delle linee di imballaggio e nella gestione pallettizzata delle confezioni. 

L’industria sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti dettati, come detto prima, dalla spinta green alla realizzazione e commercializzazione di imballi compostabili o nei quali il ricorso alla plastica sia il più possibile contenuto. 

Fra i clienti di R+W rientrano sia le società di stampaggio delle materie plastiche, sia molte altre aziende che invece stanno scommettendo sulla sostituzione della plastica. Sono i brand dell’alimentare e anche le scelte dei consumatori a orientarne le strategie, stimolando parte le ricerca, lo sviluppo, l’innovazione. 

Pur mantenendo invariate le rispettive caratteristiche originarie, i prodotti di R+W seguono i trend di mercato, fra i quali quello della sostenibilità è fra i più percepibili e condivisibili.

Per soddisfare le esigenze dei clienti l’azienda propone i giunti di precisione a soffietto BK (https://www.rw-italia.it/prodotti/giunti-di-precisione/giunti-a-soffietto-metallico/), i giunti a elastomero della serie EK (https://www.rw-italia.it/prodotti/giunti-di-precisione/giunti-ad-elastomero/), i giunti con allunga ZAE ed EZ (https://www.rw-italia.it/prodotti/giunti-di-precisione/giunti-con-allunga/) nonché con i limitatori di coppia della famiglia SK (https://www.rw-italia.it/prodotti/giunti-di-precisione/giunti-a-soffietto-metallico/).

I giunti BK a soffietto metallico, precisi e senza gioco, sono molto apprezzati per il basso momento di inerzia, la totale assenza di necessità di manutenzione, la durata praticamente infinita e soprattutto la totale affidabilità. I giunti a elastomero della serie EK combinano elevata flessibilità e buona resistenza. Smorzano vibrazioni e impatti compensando i disallineamenti degli alberi.

I giunti a elastomero EK combinano elevata flessibilità e buona resistenza. Smorzano vibrazioni e impatti compensando i disallineamenti degli alberi. Molti elementi condizionano la progettazione dei giunti a elastomero: da fattori quali il carico, l’avviamento e la temperatura dipende la durata dell’inserto. L’elemento elastomerico è disponibile in diverse durezze shore, per trovare sempre un compromesso adatto fra le proprietà di smorzamento, la rigidità torsionale e la correzione dei disallineamenti per la maggior parte delle applicazioni.

I giunti con allunga della serie ZA-EZ sono ideali per collegamenti con grandi distanze assiali, eventualità spesso presente nelle macchine da imballaggio. Sono facili da montare e smontare senza che occorra muovere o allineare gli elementi da collegare. R+W ha in assortimento giunti con allunghe fino a 6 m, che non necessitano di supporto intermedio. Disponibili in versioni speciali per quanto riguarda materiali, tolleranze, dimensioni e prestazioni, i giunti con allunga R+W se ben dimensionati e montati correttamente non hanno alcuna necessità di manutenzione e una durata praticamente infinita.

I limitatori di coppia SK sono in grado di svincolare la parte motrice dalla parte condotta nel caso di un sovraccarico. E questo allo scopo di tutelare non solamente i componenti coinvolti nella trasmissione del moto, ma anche il prodotto finale e naturalmente il suo packaging. In modo da evitare il suo danneggiamento durante la produzione e limitare la percentuale di prodotto che risulta non conforme alla vendita per la difettosità della confezione. 

La sfida raccolta da R+W è dar vita a oggetti che per tipologia del materiale, peso e prestazioni supportino l’ottimizzazione dei processi. Per esempio, il food predilige l’acciaio inox che dà ampie garanzie di igienicità nel contatto col prodotto. R+W ha dovuto portare a termine studi importanti che hanno però dato buoni frutti, perché sinora l’azienda è sempre stata in grado di consegnare agli utilizzatori soluzioni adeguate.

R+W Italia è sempre a disposizione per fornire maggiori informazioni su tutta la gamma dei propri giunti, compresi naturalmente i giunti intelligenti AIC (https://rw-italia.info/aic-coupling/): gli esperti dell’azienda sanno ascoltare e comprendere le esigenze dei clienti, offrendo consulenze senza impegno e in tempo reale per identificare il giunto ideale di ogni progetto e rispondendo molto rapidamente anche alle richieste di preventivi. 

Food packaging, the Foodtech revolution starts with materials

The aim is to achieve highly personalised and customisable food packaging, which will lead to greater consumer involvement, renewed product awareness and the addition of the experiential element

In the food industry, the packaging segment is resilient: Made in Italy is also successful abroad. Highly innovative materials for increasingly eco-friendly packaging and the search for new solutions in machinery are driving the Foodtech revolution.

Foodtech on the Italian scene

In FoodTech, the encounter between technological innovation and agri-food tradition, there has been a flourish of transversal innovations capable of uniting very different fields, such as the study of machine learning models, aerodynamics and topography to train a fleet of drones to analyse and treat a cultivated field.

Italy, motivated to maintain its status as the home of food culture par excellence, is getting ready to become the standard-bearer for this socio-economic movement. 

Talent Garden has dedicated a campus in Milan to Foodtech, which opened in 2019 in the Isola area and currently hosts more than 150 members including startups, agencies, freelancers, corporations and investors, while Rome has opened ‘Startupbootcamp FoodTech Rome’, a business accelerator dedicated to agribusiness organised by the startup expert Startupbootcamp, which has more than ten incubators around the world. 

In Milan we also find the “FoodTech Accelerator” program coordinated by Deloitte Officine Innovazione, in partnership with a number of Italian companies including Amadori, Cereal Docks, Birra Peroni and COPROB Italia Zuccheri, which last February presented nine international startups chosen from more than 600 applications.

There are also dedicated programs within the accelerators already present in the area, such as the one proposed by UniCredit. 

Innovation in packaging

The boost given by Foodtech to the food market has rekindled the interest of already solid companies in the sector, leading them to bet once again on innovation and research, so as not to be left behind by the newborn companies. 

The first visible changes of this revolution have been in the area of packaging, an element common to all the final stages of the production chain and essential for product preservation. 

For the domestic market, and even more so for exports, the downturn in the food packaging segment during this difficult period has been much more limited than in other sectors, thanks to various factors: from the development of latest-generation technologies (Industry 4.0), for carrying out strategic activities such as remote plant installation and virtual customer assistance, to the introduction of products with a low environmental impact. Indeed, in the 2020s, ecological packaging has gained interesting market shares, driven by the interest shown in recent years by both industry and consumers. 

Increasingly green packaging

There are already many companies investing in research into new materials such as bioplastics, based on sustainable materials such as cellulose, starch, potato flour, algae, milk processing residues, organic waste and so on. 

The challenge for all players in the industry is to produce durable materials which effectively protect the food, are easy to print and appeal to the consumer.

One of the most interesting ideas presented in this regard is “Ooho”, a transparent, biodegradable and edible capsule for containing liquids, made from a synthetic polymer derived from seaweed. 

This special container was developed by the British start-up Skipping Rocks Lab, which found an economically and ecologically sustainable solution to the problem of plastic bottles, now increasingly present in our oceans.  

Other innovations include a new food film made from a biodegradable fabric made from certified organic products. This new beeopak material could replace plastic food film and foil. It can be used to wrap almost all foods such as bread, cheese, fruit and vegetables and to cover containers. It is a material made from certified organic ingredients, such as organic beeswax and IGP Tonda e Gentile hazelnut oil. It is a natural fabric, mouldable and adaptable, washable and reusable for about a year without losing its characteristics.

The fight against food waste

At a time when consumers, markets and finance are increasingly aware of corporate social responsibility, the challenges facing companies in the sector include the study and creation of packaging that improves the quality of food products, extends their shelf life and has a lower economic impact than the disposal costs of traditional packaging. 

In this context, Iuv – an Italian company that develops, produces and markets innovative, sustainable and natural packaging – has developed a solution called Columbus’ Egg which aims to reduce food losses and waste. The films developed with this technology are able to prevent the appearance of moulds, yeasts and bacteria, to extend the life of food naturally. They can be applied by immersion and are made using natural, sustainable and low-cost components, with the possibility of incorporating products that are functional for the consumer’s well-being. 

 Ixon, a Hong Kong startup incubated at Deloitte’s Officine Innovazioni accelerator, has also moved in this direction, developing an aseptic packaging technology capable of transforming vacuum-packed food into stable products without the need to use the refrigerator, thus eliminating the logistical problem of the cold chain and storage. 

Connected packaging

Another trend driving the sector is the digitisation of packaging to get closer to the consumer. How? By connecting packaging to the network via a QR code and other near field communication (NFC), radio frequency identification (RFID), Bluetooth and augmented reality (AR) graphic indicators. Through these technologies, it will be possible to access an unprecedented amount of data and information on the product: ingredients, nutritional tables, advice for use, recipes and curiosities, as well as a virtual environment where the producer and the entire community of consumers can meet, compare notes and interact. 

The aim is to achieve highly personalised and customisable food packaging, which will lead to greater consumer involvement, renewed product awareness and the addition of the experiential element, all of which bring with them new marketing challenges and potential new market developments.

New challenges for the industry

In addition to the aforementioned need for 100% recyclable packaging, today’s marketplace demands that consumers enjoy products without the addition of chemical additives and preservatives. This poses a challenge to companies, as it raises the need to rethink strategies to make manufacturing processes, and therefore food, more protected from microbiological contamination.

The consequent tightening of hygiene regulations, with the increase in the frequency of cleaning and sanitising, has led to the emergence of an unforeseen side effect: the premature corrosion of the machinery used, despite the fact that the materials used are stainless steel and aluminium. Recent years have seen an increase in studies concerning this phenomenon in the food sector. 

New materials against corrosion

The study “AES and XPS investigations of the cleaning-agent-induced corrosion of stainless steels used in the food-processing environment” by D. Steiner-Petrovic and D. Mandrino conducted on AISI 304 and AISI 430 stainless steels used in food-contact equipment, revealed the presence of severely damaged and non-homogeneous passivated layers, induced by the ammonia contained in the detergent reacting with the chlorine dispersed in the environment. 

The AES and XPS surface analyses showed the presence of Cl and N on the surfaces analysed, which are subject to frequent thorough cleaning, where the ammonium salt of hydrochloric acid, through a reaction with water, increases its concentration of chloride ions in the solution, greatly increasing the corrosive power of the detergents. 

The localised destruction of the passivating layer triggers the corrosive process known as pitting, with a dot-like distribution like smallpox. 

The corrosive attack is localised but acts as a trigger for the action of electrochemical corrosion; the areas where the film is missing act as anodes (active zone) compared to the surrounding areas, which still have an intact oxide layer, where the reducing (cathodic) action takes place. 

The study “Microstructure investigation of prematurely corroded heat exchanger plates (Article)” by A. Wassilkowska, T. Skowronek, S. Rybicki, also revealed the same problems by analysing the plates of a 316L steel exchanger, which had corroded due to pitting after just five months of use. 

Both articles emphasise the need to use alloys with higher corrosion resistance in all applications where there is a need to frequently clean components with ammonia-based detergents or where a fault in the machine’s operation can lead to a spillage of organic material, and also recommend reducing surface roughness as much as possible, otherwise the micro-roughness may be such that a normal rinse with water after the cleaning treatment is not sufficient to remove the small concentrations of ammonium salt on the surface. 

The role of the component supplier

A complex activity such as the manufacture of machines for the food packaging industry can be supported by component suppliers. 

This is the case with R+W (https://www.rw-italia.it/prodotti/), a leading manufacturer of couplings and drive shafts, able to put its expertise at the disposal of the designer.

Packaging, often considered a minimal aspect of the product, accounts for up to 40% of the retail price of the item, playing a major role in marketing.

This translates into a continuous renewal of formats, packaging materials and the construction of customised machinery to manufacture them. Increasingly smart machines, as required by economy 4.0, needing evolved, intelligent components capable of communicating with each other to optimise productivity and safeguard competitiveness on international markets. 

In the food production or processing sector, R+W Italia (https://www.rw-italia.it/prodotti/) also serves leading brands in the milk derivatives segment, which also thanks to these products follow both the production cycle and packaging; but the segment of the food industry where R+W’s presence is greatest remains packaging, where the company’s components find useful use in complex packaging line systems and palletised package management. 

The industry is going through a period of great change dictated, as mentioned earlier, by the green drive to produce and market packaging which is compostable or in which the use of plastic is kept as low as possible. 

R+W’s customers include both plastic moulding companies and many other companies that are betting on replacing plastic. It is the food brands and also consumer choice that guide their strategies, stimulating research, development and innovation. 

While maintaining their original characteristics unchanged, R+W products follow market trends, of which sustainability is one of the most perceptible and shared.

To meet customer requirements, the company offers BK precision bellows couplings, EK series elastomer couplings, ZA and EZ extension couplings and SK family torque limiters.

Precise, backlash-free BK metal bellows couplings are valued for their low moment of inertia, maintenance-free operation, practically unlimited service life and, above all, total reliability. EK series elastomer couplings combine high flexibility with good strength. They dampen vibrations and impacts and compensate for shaft misalignments.

Many elements influence the design of EK elastomer couplings: factors such as load, start-up and temperature determine the service life of the insert. The elastomeric element is available in a variety of shore hardnesses to provide a suitable compromise between damping properties, torsional rigidity and misalignment correction for most applications.

The ZA-EZ series line shafts are ideal for connections with large axial distances, which is often the case in packaging machines. They are easy to assemble and disassemble without the need to move or align the elements to be connected. R+W has a range of couplings with extensions of up to 6 m, which do not require an intermediate support. Available in special versions in terms of materials, tolerances, dimensions and performance, R+W line shafts are maintenance-free and have a virtually unlimited service life if they are correctly dimensioned and installed.

SK torque limiters are capable of separating the driving and driven parts in the event of an overload. This not only protects the components involved in the transmission of motion, but also the end product and of course its packaging. In order to avoid damage during production and to limit the percentage of products that do not comply with the sale due to faulty packaging. 

The challenge taken up by R+W is to create objects whose material type, weight and performance support process optimisation. The food industry, for example, prefers stainless steel, which guarantees hygienic contact with the product. R+W has had to carry out important studies that have, however, borne fruit, because up to now the company has always been able to deliver suitable solutions to users.

 

R+W Italia is always available to provide further information on the entire range of its couplings, including of course the AIC smart copulings: the company’s experts know how to listen and understand the needs of customers, offering non-binding, real-time advice to identify the ideal coupling for each project and responding very quickly to requests for quotations.